
5. «I Cart»

Nel 1973 Franco Loi pubblica la sua prima opera in poesia: I cart: versi in dialetto milanese accompagnati dai disegni dell’amico Eugenio Tomiolo, l’altro suo grande maestro.
«Tomiolo non era solo un grande artista, ma un grande affabulatore, una fucina di idee […] Il suo fare artistico, fosse disegno, incisione o pittura, mi fece comprendere la creatività come segno-colore o come puro segno».
L’opera venne stampata in 560 copie per le Edizioni Trentadue con ventuno poesie e nove disegni. Di queste, 60 copie sono accompagnate da un’acquaforte firmata da Tomiolo. Inizia, dunque, all’insegna dello stretto rapporto arte-poesia il percorso loiano che in questo libro esprime già la vasta tastiera del suo potenziale poetico: da un lato, Loi ci mostra un dettato che tende all’espressionismo e alla nominazione diretta – senza giri di parole – di azioni e caratteri di taglio popolare, caustici a volte fino all’invettiva; dall’altro, la vena più lirica, evocativa, quasi un’incantata fuga meditativa sul tempo e sulle emozioni del cuore.
Un tema forte è in queste pagine la guerra, che pone sulla pagina la memoria delle mitragliate e dei bombardamenti: un elemento che tornerà a più riprese nella successiva opera di Loi.