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2.1 La Resistenza – Formazioni partigiane

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Riprendendo la teoria dello storico Claudio Pavone, la Resistenza è stata un fenomeno complesso all’interno del quale si intrecciarono tre diversi tipi di guerra: una guerra patriottica (o “guerra di popolo”) condotta per liberare il paese dai Tedeschi; una guerra di classe, condotta soprattutto dai comunisti contro gli esponenti del capitalismo industriale ed agrario, che avevano sostenuto il fascismo; una guerra civile, ossia un conflitto interno fra italiani partigiani e italiani fascisti della Repubblica Sociale Italiana.

Gli organismi che guidarono politicamente e militarmente la Resistenza furono i Comitati di Liberazione Nazionale (CLN) – CLNAI per l’Alta Italia e CCLN per il Centro Italia – composti al loro interno dai partiti antifascisti: il Partito liberale, la Democrazia cristiana, il Partito d’azione, il Partito Socialista Italiano di unità proletaria, il Partito Comunista Italiano. CLN regionali, provinciali, comunali, di quartiere coprivano tendenzialmente l’intero territorio nazionale; i comitati di fabbrica e di categoria completavano la rete.

In un primo momento, la Resistenza fu condotta da bande sorte spontaneamente, soprattutto fra i militari sbandati dopo la catastrofe dell’8 settembre, o per iniziativa del Partito comunista e del Partito d’azione. Molte di queste bande subirono consistenti perdite con i primi rastrellamenti e a causa del primo inverno. Successivamente l’organizzazione interna divenne più strutturata e capillare: per sopravvivere più a lungo ed espandersi, le bande si sottoposero ad un processo di militarizzazione e politicizzazione. Nacquero così distaccamenti, brigate, divisioni, con organici naturalmente ridotti rispetto alle formazioni di ugual nome del dissoltosi regio esercito.

Ogni partito rappresentato nel CLN ebbe le sue formazioni militari partigiane. Le formazioni più numerose e presenti in tutto il territorio furono le Brigate Garibaldi (Partito Comunista); seguivano le Brigate giustizia e libertà (Partito d’Azione), che agivano soprattutto in Piemonte. I partiti facevano da referenti politici, ma ciò non significava che esse fossero composte totalmente da comunisti o da azionisti. Citiamo anche le Brigate Matteotti (Partito socialista); importanti furono inoltre le formazioni partigiane autonome che non si riconoscevano in nessun partito e che diedero alla lotta una connotazione soprattutto militare.

Il documento qui esposto riguarda l’attività del Distaccamento Puecher della 52^ Brig. Garibaldi: formatasi nel marzo del 1944 e scioltasi nel giugno del 1945, era comandata dal partigiano Pedro, nome in codice di Pier Luigi Bellini Delle Stelle. Il documento attesta inoltre la zona specifica di impiego (Valtellina Inferiore); la forza media della formazione e l’elenco di tutte le azioni effettuate e dei risultati conseguiti dalle unità partigiane dal 5 luglio 1944 al 26 aprile 1945. I rastrellamenti subiti, i sabotaggi inflitti, il prelevamento dei viveri o degli esplosivi, i gesti nei confronti delle donne fasciste, come la rasatura dei capelli, la cattura dei soldati tedeschi, sono solo alcuni esempi delle operazioni messe in atto dai partigiani.