
Presentazione

In occasione del 25 aprile 2025, data in cui si celebrano gli ottanta anni trascorsi dal giorno della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal Fascismo, si propone una breve mostra dei documenti d’archivio del Fondo Bianchi. Gianfranco Bianchi (1915-1992) è stato docente di Storia contemporanea e di Storia del giornalismo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
«Ci sono due tipi di uomini a questo mondo: quelli che fanno un lavoro e quelli che sono il loro stesso lavoro. Il professor Gianfranco Bianchi non fa lo storico, è lo storico». Così il 23 maggio 1990 il Rettore dell’Università Cattolica [Adriano Bausola] salutava nella cerimonia d’addio all’insegnamento universitario Gianfranco Bianchi. Per lui infatti storia e vita furono la stessa cosa ed essere storico voleva dire soprattutto impegnarsi costantemente in pazienti e minuziose ricerche presso archivi pubblici e privati, in raccolte di documenti e testimonianze di protagonisti e superstiti noti e meno noti, in letture attente e critiche che rifiutavano ogni presunzione dogmatica e ideologica da una parte ed ogni caduta nello scetticismo e nel relativismo dall’altra[1].
Gianfranco Bianchi nacque il 27 settembre 1915 a Como. La vocazione del giornalista si manifestò già nel corso degli anni adolescenziali quando creò il periodico studentesco «L’Ippogrifo». Intraprese successivamente gli studi universitari presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Cattolica che, nel 1937, lo portarono a conseguire a pieni voti la laurea con una tesi sul filosofo e uomo politico liberale Giovanni Maria Bertini. Nell’ottobre del 1938 iniziò a insegnare al liceo scientifico “Paolo Giovio” di Como, ed emerse in questi anni il suo interesse per la ricerca e la critica storica, basata su principi filosofici di impronta cristiana che mal convivevano con l’ideologia fascista. Tuttavia le difficoltà e i disagi subiti in questo periodo della vita furono elementi essenziali per sviluppare una vera e propria vocazione del ricercatore e indagatore delle verità storiche.
Lettore delle cronache coeve, osservatore critico dei fatti, Bianchi divenne uno scrupoloso collezionista di documenti, alcuni dei quali allora clandestini. La sua formazione filosofica lo indusse all’elaborazione di un metodo sistematico di ricerca. Partendo da una visione globale degli avvenimenti storici – considerati nella loro consequenzialità e intuiti nella loro tensione dinamica – Bianchi intraprese un’indagine analitica e sistematica dei documenti alla ricerca di una verità storica obiettiva. Fu quindi necessaria l’umiltà intellettuale con la quale era solito approcciarsi alle sue indagini, consapevole della complessità e della multiformità del divenire storico.
La documentazione raccolta da Bianchi nel corso dell’attività di ricerca, che durò per tutto il corso della sua esistenza, si presenta come una cospicua quantità di materiale pazientemente costituito con la sua precisa impostazione metodologica: quella cioè di considerare i documenti – siano questi carte ufficiali o istituzionali – come “carte parlanti” (secondo la definizione dello stesso Bianchi), affiancandoli a documentazione di altro tipo come carteggi, testi memorialistici e pubblicistici.
Questa preziosa documentazione – in massima parte già pubblicata, ma ancora in grado di restituire a piena voce il valore delle testimonianze dei protagonisti del tempo – costituisce oggi il Fondo Gianfranco Bianchi, in cui oltre alle carte d’archivio è presente un piccolo numero di volumi (circa 80) appartenuti allo studioso. Dopo la sua scomparsa, i materiali sono stati donati dalla moglie Mirella Rossi all’Università Cattolica del Sacro Cuore e sono stati conservati fino al 2017 presso l’Istituto di Storia moderna e contemporanea.
La documentazione è stata organizzata in tre grandi serie:
I) Fascismo prima dell’8 settembre 1943
II) Repubblica Sociale Italiana
III) Resistenza
Tale partizione evidenzia un altro aspetto fondamentale delle ricerche dello storico Bianchi: la necessità critica di guardare agli avvenimenti della Guerra civile italiana dal punto di vista di entrambi i fronti d’opposizione.
L’analisi del Fondo permette di conoscere aspetti interessanti del lavoro di Bianchi, che per reperire fonti importanti iniziava spesso contattando per via epistolare i personaggi protagonisti degli eventi. Proprio questi preziosi carteggi aiutano a capire il metodo di ricerca dello studioso: riuniva la documentazione reperita per argomento e non per tipologia, e per questo motivo conservava articoli di riviste e di quotidiani insieme a documenti originali (istituzionali ma anche di carattere privato), producendo per essi cartelline e fascicoli monografici.
Nel 2017 questo archivio è stato trasferito alla Biblioteca di Milano dell’Università Cattolica, che ne cura la conservazione e la fruizione. Tutti i documenti sono stati descritti puntualmente all’interno del Catalogo degli archivi istituzionali e culturali dell’Università Cattolica, aggiornando dove necessario i dati e la struttura dell’intero fondo. Accanto alle tre serie principali è stato necessario costituirne una quarta dedicata ai Materiali miscellanei, che raccolgono una consistente documentazione non compiutamente organizzata alla data del versamento. Molto probabilmente l’Archivio Bianchi conservato dall’Università Cattolica, per quanto ampio, è solo una parte di un insieme maggiore: prova ne è la presenza di un secondo Archivio afferente al medesimo soggetto produttore presso l’Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta di Como.
La vastità offerta dal patrimonio archivistico raccolto e custodito dal professor Bianchi ha reso quindi necessaria – sulla base di un percorso tematico – una selezione di alcuni dei documenti da esporre in questa mostra.
In occasione dell’anniversario del 25 aprile 1945, si è pensato di soffermare l’attenzione su alcuni documenti datati al 1945 e, in particolare, a quelli risalenti agli ultimi fatidici mesi che portarono al giorno della Liberazione. Rispettando la natura e la metodologia del Fondo Bianchi, la mostra seleziona documenti appartenenti a tre più ampi argomenti che riflettono il campo di indagine da lui tracciato:
- Documenti che attestano l’attività e l’ordinamento interno della Repubblica Sociale Italiana (1)
- Documenti relativi all’organizzazione e al lavoro sinergico delle unità partigiane nella Resistenza (2)
- Documenti e testimonianze intenti a ricostruire gli ultimi fatidici momenti di Benito Mussolini (3)
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- V. Zappa, Gianfranco Bianchi e il suo archivio, “Rassegna degli Archivi di Stato”, 58, 1998, fasc. 2-3, p. 330.