
I. 1901

«Noi, “Novissima”, sorgiamo col nuovo secolo. Di questo, anno per anno, vogliamo essere l’illustrazione, il commento. Non cattedra, non tribuna, genialità ci accompagni».
È di Aleardo Terzi la prima copertina con cui “Novissima” si presenta al pubblico: una donna immersa tra i fiori di ciliegio inneggia alla primavera e alla rinascita delle arti. Se in potenza il progetto editoriale appare chiaramente espresso nella nota introduttiva firmata dalla redazione, in atto il primo numero si presenta ancora fortemente soggetto ad uno stato di “sperimentazione”. Numerosi i contributi – articoli, illustrazioni, componimenti poetici e musicali – ma nessun tema ricorrente che li accomuni, piuttosto una divisione per rubriche che seleziona il meglio che l’anno 1900 ha prodotto nel campo delle lettere, della musica, del teatro, con riferimenti anche al mondo dell’ippica e della moda. Il risultato è un prodotto che è prima di tutto bello visivamente, ed infatti il numero delle immagini è superiore ai testi scritti. Tra le pubblicazioni più interessanti si segnalano inoltre: un componimento per pianoforte del maestro Carlo Cordara appositamente realizzato per il primo numero della rivista e la poesia La Cuttrettola di Giovanni Pascoli
Di questa prima annata esponiamo due tavole grafiche che hanno per soggetto figure femminili e due tavole artistiche pubblicitarie.

La prima di Riccardo Galli colpisce per un gusto più tipicamente ottocentesco e per l’utilizzo di una tecnica grafica tradizionale. Najade di Giorgio Kienerk si avvicina invece ad un tipo di rappresentazione più moderna e meno accademica.

Questa contrapposizione di gusto nel modo di rappresentare le figure femminili si può evincere anche nelle tavole pubblicitarie. Il disegno dai tratti classicheggianti di Ricardo Galli realizzato per le acciaierie tedesche Krupp appare molto distante rispetto all’eleganza della “Venere liberty” di Giovanni Maria Mataloni eseguita per la gioielleria Calderoni di Milano: una donna a figura intera sorregge un cerchio d’oro con gioielli pendenti. Quest’ultimo è l’unico caso di una tavola stampata in oro, probabilmente per rendere la preziosità degli oggetti pubblicizzati.
