
III. 1903

Tra le copertine più iconiche, senza dubbio tra le più originali, c’è il terzo numero di “Novissima”, che si presenta in una veste a metà tra la stampa e la scultura. Edoardo Rubino, con un risultato che ricorda la tecnica del bassorilievo e del cameo, rappresenta una figura femminile con una lira. Un’anticipazione del tema musicale che viene poi ripreso nelle pagine successive.
La novità principale di questo numero è rappresentata dai capilettera, finemente realizzati ed ognuno firmato da un artista diverso. La funzione con cui vengono adoperati è meramente ornamentale, non presentano infatti nessun rimando al contenuto del testo, traggono, nella maggior parte dei casi, ispirazione dalla classicità.

L’ampia sezione, intitolata Impressioni pittoriche da composizione musicali celebri, raccoglie un consistente numero di tavole illustrative ispirate da opere musicali come La sonata al chiaro di luna di Bethoven – ripresa sia da Pietro Fragiacomo che da Filiberto Minozzi – e da componimenti di Chopin, Wagner e altri. Per donare preziosità ed eleganza, le tavole sono stampate su tipologie di carta differenti per colore, spessore e texture, lucida, opaca, liscia, ruvida, un escamotage che permette di esaltare i tratti peculiari della tecnica con cui l’illustrazione è stata concepita. Come nel caso del disegno di Plinio Nomellini ispirato alla Laude alla Vergine di Verdi di seguito esposta.

A questa sezione di sole immagini seguono una serie di contributi di critica e di riflessione sulla condizione dell’arte italiana d’inizio secolo. Non solo testi però, in “Novissima” anche gli scritti più prolifici in parole sono sempre e comunque alternati con le immagini. Tra le illustrazioni di maggior pregio e bellezza segnaliamo la tavola Il sonno di Ottorino Andreini: una figura femminile dormiente si erige su un cielo stellato in un campo illuminato dal chiaro di luna, il tratto e le forme ricordano le stampe giapponesi di fine ottocento.
