Lettera del 5 maggio 1925 a Lidia Positano
È nell’epistolario con Lidia Positano che emerge il sentimento materno di Ada Negri, volto a consigliare e indirizzare la giovane nel suo percorso letterario. La Positano, al tempo tredicenne, aveva da poco pubblicato la raccolta di versi Primi canti per le edizioni della Libreria Detken e Rocholl di Napoli.
In una lettera del 5 maggio 1925 la poetessa lodigiana scrive:
Cara bambina mia, […] Ho letto i tuoi versi e la tua lettera. Musica dolce, se pure ancor vaga, è ne’ tuoi precisi versi: arte non ancora, perché sarebbe impossibile: l’arte non si conquista che a prezzo di vita, e tu non puoi essere ancora nella vita. Studia bambina mia, e vivi. Sia gioia, dolore, non importa, ma vivi. Se ti verranno dal cuore altri canti, donali alla tua mamma perché li nasconda; e non pubblicare più nulla sino a quando tu non [sarai] sicura di aver toccato l’arte. Buoni consiglieri non ti mancheranno certo fra i tuoi maestri. E poi maestra ti sarà la vita. Nutri nel tuo cuore la tua fiamma che è così bella. Io spero e ti bacio in fronte.
È interessante notare come nel “ruolo” di mentore e guida Ada Negri esprima la propria concezione del fare arte, intesa come qualcosa che va di pari passo con la vita stessa: se non si vive, se non ci si apre alle esperienze della vita, se non si assapora giorno per giorno il peso delle gioie e delle sofferenze, allora non si può elaborare una propria sensibile visione artistica. Infatti il consiglio per migliorare nei suoi scritti non è solo di studiare ma appunto di vivere.
C’è da dire che dopo questa prima, giovanile e acerba fase lirica, Lidia Positano seguirà la sua strada concentrandosi sugli studi classici, che la porteranno a diventare una apprezzata filologa classica alla scuola di Vittorio De Falco. Dei suoi studi e delle sue ricerche rimangono approfondimenti su Saffo, Eschilo, Sofocle e sui testi della tradizione greco-bizantina.
Nell’immagine: lettera di Ada Negri a Lidia Positano (1925).

