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Lettera del 6 settembre 1944 a Pia Addoli

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Un’altra importante testimonianza del consistente intreccio di legami di stima e di amicizia che Ada Negri aveva intessuto negli anni di permanenza a Milano si può rinvenire tra le carte del Fondo Piccoli-Addoli.

 La poetessa ebbe dapprima una corrispondenza con Valentino Piccoli e successivamente dopo la sua morte – sopraggiunta il 25 maggio 1938 – intensificò una corrispondenza epistolare con la moglie Pia Addoli. Tra i libri appartenuti alla famiglia Piccoli Addoli e ora custoditi presso la Biblioteca di Milano dell’Università Cattolica, resta traccia di una dedica che la poetessa lodigiana fece alla vedova Addoli nella ricorrenza dell’anniversario di morte del marito:

Come testimoniato dalle lettere, il rapporto tra Pia e Ada si fondava inizialmente su un certo distacco, tanto è che le interlocutrici si rivolgevano l’una all’altra dandosi del “Lei”. A partire dal 1940, in modo graduale e spontaneo, avviene il passaggio al familiare “tu”. Pia e Ada, come la poetessa era solita firmarsi nelle lettere, divennero quindi fedeli amiche.

Delle trentadue missive inviate da Ada Negri a Pia Addoli se ne propone qui una risalente al 6 settembre 1944.  

La lettera si apre con il motto latino Quotidie morior – muoio ogni giorno – tema ripreso più avanti nella missiva quando la Negri riferisce all’amica che piuttosto che persistere in quella situazione di sofferenza preferirebbe essere morta. Sono anni complessi, la guerra prima, e l’armistizio dell’8 settembre dopo, hanno distrutto e diviso l’Italia in due, rendendo di fatto impossibili le comunicazioni tra una parte e l’altra del Paese. La Negri non ha ormai da tempo notizie di alcuni amici e di questo, riferisce all’amica, soffre temendo per le loro sorti.

Anche la condizione della stessa poetessa è alquanto complessa:

Io ho perduto quasi tutti i miei proventi di guadagno: da più di un anno non scrivo più una parola nei giornali: ho dato le dimissioni alla Scuola Superiore Manzoni: di certo non mi resta che il guadagno dei libri, e tu sai che questo è aleatorio. […] Ho un volume di versi quasi pronto, nel cassetto, ma non potrà né deve uscire che a guerra finita. Fossi morta sarebbe meglio.

Ada Negri non vedrà mai la fine della guerra: muore infatti l’11 gennaio 1945 per un attacco cardiaco, pochi giorni prima di compiere 75 anni. L’opera in versi di cui parla nella lettera a Pia Addoli è, con molta probabilità, Fons Amoris: raccolta di cinquantadue liriche composte tra il 1938 e il 1943, pubblicata poi postuma nel 1946.